Per un portiere la mente conta quanto il fisico.
Lo ripete spesso Daniele Filigheddu, (clicca qui per la sua testimonianza video), giovane portiere che negli ultimi tre anni ha vissuto da protagonista tra U15,16,17 e quest’anno si ritrova ad allenarsi in U18, Primavera e Serie A. Il suo percorso è la dimostrazione concreta di quanto il mental coaching per portieri sia determinante nella crescita di un atleta.

Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, Daniele aveva già qualità tecniche e fisiche, spesso era relegato in panchina (U15) e sentiva la necessità di sviluppare la sua preparazione mentale per il ruolo. Un portiere vive emozioni e pressioni diverse dagli altri giocatori: un singolo errore può cambiare una partita, mentre una parata decisiva può ribaltare l’inerzia. Per questo il lavoro sul mindset diventa fondamentale.

Attraverso il mental coaching abbiamo allenato concentrazione, resilienza e capacità di reagire dopo ogni episodio, positivo o negativo. Daniele ha imparato a trasformare l’ansia in energia utile, a mantenere alta l’attenzione fino al novantesimo, a gestire rigori, uscite e situazioni di grande responsabilità. Con il tempo, è diventato più sicuro, più consapevole e più pronto a reggere il ritmo della Serie A.

Il percorso fatto insieme dimostra una verità spesso sottovalutata: la mente conta quanto il fisico. Oggi non basta essere un portiere preparato tecnicamente. Serve anche un allenamento mirato alla mente.

Lavorare con un mental coach per portieri significa potenziare fiducia, autostima ed equilibrio emotivo. Significa imparare a non farsi abbattere dalle critiche e a non lasciarsi condizionare dalla paura di sbagliare.

Il caso di Daniele Filigheddu è un esempio concreto di come il mental coaching per giovani portieri possa trasformare il talento in stabilità mentale e rendimento costante. È un percorso che valorizza non solo l’atleta, ma anche la persona, rendendola più forte dentro e fuori dal campo.

Tre stagioni di lavoro insieme hanno reso Daniele non solo un portiere più completo, ma anche un ragazzo capace di affrontare sfide e responsabilità con maturità. Una crescita che conferma quanto il binomio fisico-mente sia decisivo. Perché, come dice lui stesso, per un portiere la mente conta quanto il fisico.

In un articolo dell’edizione digitale Sprint e sport lo definisce “nuovo prodigio nazionale”. Clicca qui per leggere l’articolo.

Se sei un portiere, un giovane calciatore, un giovane atleta o un allenatore, e vuoi scoprire come il mental coaching può aiutarti a crescere, questo è il momento giusto per iniziare.

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