Autostima al femminile.

Venticinque anni fa decisi di studiare giornalismo perché sognavo, da reporter di successo, di gestire rubriche settimanali come queste.

Evitate, se potete, di fare rumore, voglio continuare a sognare.

Il sogno di una cultura che si rinnova e che punti forte sul ruolo della donna, consapevole della sua vera essenza e definitivamente libera dallo stereotipo maschile. Una donna che con intelligenza emotiva, intuito, creatività, irrazionalità e senso di equilibrio possa davvero portare nuovo ossigeno all’economia, alla politica, allo sport e soprattutto al percorso di crescita degli adolescenti.

Rosa come il colore della buona scuola. In questo anno scolastico appena trascorso, con la Major Club abbiamo realizzato il “Progetto Scuola”. Una serie di seminari brevi sulla Motivazione, la scoperta dei talenti e le emozioni legate alle scelte per il futuro degli studenti.

Un progetto che mi ha permesso di incontrare tantissimi ragazzi nei vari istituti superiori in cui siamo stati. Un’esperienza formativa bellissima che mi ha insegnato tanto. Dall’analisi dei risultati del progetto, sono emersi due punti su cui vale la pena riflettere.

Il primo riguarda l’attenzione e la grande partecipazione dei ragazzi alle dinamiche trattate. Se ti relazioni con empatia, se sfiori e stimoli le loro corde motivazionali, ti seguono, eccome se ti seguono. Secondo punto, a mio parere decisamente allarmante, riguarda il valore che i ragazzi danno alla loro vita, la fiducia che ripongono in se stessi: bassissima.

Ricordo di aver condiviso questo campanellino d’allarme, live, in classe, in uno step di co-docenza, con la professoressa Sabrina Rocca, protagonista della blog/intervista di questa settimana.

Amata e stimata incondizionatamente dai suoi alunni. Una donna di grandissima intelligenza e spessore culturale, ironica e spesso sopra le righe, per scelta, soprattutto  nella gestione della comunicazione via social.

Sabrina insegna da 26 anni e da sempre fa politica attiva. Ama essere diretta, rompere gli schemi e non sopporta la mediocrità, il qualunquismo. Non è mai banale e senza troppa ironia sostengo che la sua bacheca di Facebook è una delle pochissime fonti (se non l’unica)nel trapanese, di vera satira politica, sociale e culturale.

La satira si sa, racconta verità sin troppo scomode.

BLOG/INTERVISTA CON SABRINA ROCCA
D. Ti confesso che quando ti ho contattato per l’intervista mi sono trovato in difficoltà. Mi sono chiesto: Scuola o politica? Aiutami, dove batte più forte il cuore di Sabrina?
R. Scuola . Senza esitazioni.
Faccio uno dei lavori più belli al mondo. E dopo 26 anni di servizio , sono sempre più convinta che lo sia. Nessuno può godere dell’enorme privilegio di cui gode chi insegna : imparare tutta la vita. Il dialogo tra alunni e docente è questo: ogni volta che affronti un argomento , ti metti in gioco. Confronti quello che credi di sapere con un nuovo punto di vista, il loro. E impari sempre e scopri altro a cui non avevi, magari, pensato prima.
D. Da quale lezione hai imparato di più?
R. Scoprire la dottrina del l’eterno ritorno di Nietzsche. Lui diceva, più o meno, che dovremmo pensare come se il tempo fosse circolare e come se i momenti che viviamo fossero destinati a ripetersi infinite volte.
Ecco, davanti alle scelte di vita io, da allora, penso sempre: cosa e come vorrei rivivere per sempre?
E di solito la scelta, così, viene più semplice . Anche quella più impensabile e difficile.
D. A scuola è più facile e gratificante lavorare sull’apprendimento (metodo) o sul risultato finale (voto)?
R. Detesto giudicare e il voto lo considero solo come qualcosa che serve allo studente per avere un metro di misurazione della propria preparazione. Non credo che oggi sia tanto importante accumulare informazioni: le puoi trovare dove vuoi ma le devi sapere cercare e distinguere. Per questo il cosiddetto “imparare ad imparare” mi sembra l’obiettivo da perseguire.
D. In classe hai a che fare con gli adolescenti. Secondo te è davvero una generazione a rischio?
R. No. A rischio non sono gli adolescenti, sono i giovani adulti che saranno domani. Qui entra in ballo la politica: il sistema economico che conosciamo sta cambiando più velocemente di quanto pensiamo. E la politica stenta a trovarne una chiave di lettura . Quindi la classe politica si limita a difendere gli ultimi scampoli del potere che ha . E lo fa attraverso il mezzo più vecchio e rodato: la paura. Instillano paure e fobie per addomesticare le giovani generazioni.
Credo che il compito sia invece fare qualcosa contro questo. E fare in modo che, appunto, i ragazzi di adesso non diventino giovani adulti portatori di ansie sociali immotivate.
D. Dal nostro “Progetto scuola” emerge una statistica che fa riflettere. I ragazzi coinvolti hanno dato un bassissimo valore alla loro autostima. Che ne pensi?
R. Appunto.. l’autostima ti consente di non dipendere da altri e di non avere paura del mondo. Se ti fanno crescere nella convinzione che non conti nulla , che non puoi fare nulla per cambiare la realtà come fai a credere in te stesso?
Cinismo, scetticismo e anomia sono diventati valori.
D. Qual è la tua idea di buona scuola?
R. Quella che non fa parti uguali tra diseguali, direbbe Don Milani.
Dove libertà di insegnamento e libertà di apprendimento vanno di pari passo.
D. In una indagine di qualche tempo fa ai giovani studenti venne chiesto di definire le caratteristiche del professore ideale. Emerse che Il prof dei sogni è Robin Williams, protagonista nel film “l’attimo fuggente”. Esiste un alter ego al femminile? Si può immaginare una scuola in cui gli insegnanti escano da quel film per entrare in classe?
R. La whoopi goldberg di sister act 2 direi. E la preferisco anche all’atmosfera del college britannico.
Alunni svogliati e abbandonati che scoprono la musica come via di scampo.
E’ fattibile? Si. Si. ???
Sabrina Rocca
Daniele


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