Vedo rosa ovunque. A dire il vero vedo anche tanto verde, il colore del cuore (ma non era rosso❤️?).

Lo so, rischio di confondere rubriche e lettori. Tranquilli, quella verde non si scrive, si vive e basta.

Eccomi qui, divagazioni permettendo, come ogni settimana a svelarvi il volto femminile più intimo del mondo virtuale. Un meraviglioso universo che s’intreccia e si confonde con quello reale fino a diventare un unico grande contenitore di idee, informazioni e valori.

IL VENTO CHE SOSTIENE LE VELE ROSA DELL’AUTOSTIMA. Protagonista della blog/intervista di questa settimana è Yvonne Vento, una donna con un modo tutto suo di “fare”, grazie al quale arricchisce di nuova linfa la modalità femminile di fare le cose, nostro piacevolissimo chiodo fisso o, se più vi garba, “tormentone”.

Una donna straordinariamente pragmatica, di grande intelligenza, ironia e razionalità. Per lei l’autostima è una filosofia di vita. Vive di passioni e non ama sognare, piuttosto, preferisce disquisire sulla realizzazione di tutti i suoi progetti, bypassando quella parvenza romantica che precede la loro attuazione, i sogni per l’appunto.

Yvonne proviene da una famiglia di sportivi e giornalisti, cresciuta tra gli odori delle palestre e quelli della tipografia del nonno. Sin da piccola nutre la passione degli eventi ed anche oggi, la sua società “theatrò” di cui è unica donna, si diverte a realizzare calendari di eventi “impossibili” – come lei stessa li definisce – tracciando una prima volta per Trapani nel mondo della “disco show”.

La sua vera passione però è la politica che ha respirato sin da piccola e che oggi la vede protagonista nel partito socialista come Coordinatrice provinciale delle donne. Al suo attivo numerose ed originalissime iniziative nel panorama della politica trapanese, tra tutte la “scuola politica”. Donna di sport e di “carattere”.

BLOG/INTERVISTA CON YVONNE VENTO

 D. Quando ti senti dire: “sei una donna di carattere” verso quale accezione del termine ti focalizzi, positiva o negativa e perché?
R. Credo che il carattere non possa essere sottoposto a giudizi del tipo “brutto” o “bello”. Credo nella sua unicità in cui riescono a convivere tutti gli opposti. Io potrei definirmi autentica e quindi alle volte “scomoda” soprattutto quando voglio salvare chi non vuol essere salvato!

 D. Ti posso chiedere che cosa intendi esattamente per salvare chi non vuole essere salvato?
R. Certo. Nella vita incontri persone piene di energia, vitalità, passioni, sono persone con una evidente, importante, autostima che sapranno sempre difendersi perché consapevoli di potercela fare anche da sole. 
Poi incontri quelle deboli, incapaci di reagire, sommerse dalla loro insicurezza sono quelle che alle volte vuoi difendere ma che invece ti si rivoltano contro perché fondamentalmente hanno paura dei cambiamenti. Ecco, io invece amo il cambiamento. È sempre tutto un divenire, tutto da mettere in discussione ed è quello che ho insegnato a mia figlia, le ho sempre detto: “vai, prendi la vita a morsi e sii cittadina del mondo, non avere paura di cambiare amici, cose, posti…”

D. Il cambiamento e l’amicizia. Quale esperienza ti ha segnato di più?
R. Entrambe. Ho vissuto un’esperienza che ha segnato il mio modo di intendere l’amicizia. Ho cercato di salvare un’amica ma “ha preferito restare dov’era” e, con difficoltà l’ho accettato. “Eppure la verità è come l’alcol sulla carne viva. Brucia, ma disinfetta le ferite.” (Buongiorno di Massimo Gramellini dell’11/11/2015).

D. Ti sei mai chiesta qual è il tuo scopo nella vita, perché fai quello che fai?
R. No, non ho mai pensato allo “scopo”, non ho abbastanza fede. Credo fortemente nella casualità delle cose. Nella vita ho imparato che puoi pensare di controllarle le cose ma in realtà non è così, noi non contiamo nulla.

D. Tra tutte le attività in cui sei impegnata qual è quella che ti gratifica di più e perché?
R. Tra tutte le belle cose che faccio, che mi sono scelta, tagliate e cucite addosso, ricche di emozioni, sorprese e novità, la mattina quando alle 9,00 timbro il cartellino al Consorzio Universitario, sento che è questo il posto dove vorrei veramente essere. Mi gratifica molto aiutare i giovani a trovare la loro strada nel complicatissimo mondo universitario fatto di esami rinviati, ricerche bibliografiche impossibili, professori sull’orlo di una crisi di nervi ecc. tutto questo si chiama futuro ed alla fine non è forse il futuro che noi cerchiamo di controllare?

D. In questo tentativo di controllare il futuro esiste un qualcosa che possa avvicinarci alla felicità?

R. ti rispondo citando due frasi di un film che mi sta particolarmente a cuore: “The hours” un intreccio di vite vissute in periodi storici diversi ma legate al capolavoro “mrs Dallowey” e alla vita della sua autrice Virginia Woolf. “Mi ricordo che una mattina mi sono svegliata con dentro un grande senso di aspettativa (…). Mi ricordo di aver pensato: “Ecco, questo dev’essere il preludio della felicità, questo è solo l’inizio e d’ora in poi crescerà sempre di più! Non mi ha sfiorato l’idea che non fosse il preludio. Era quella la felicità. Il momento perfetto. Era quello.” Il senso della felicità è fare, programmare, svegliarsi con tante cose da vedere e realizzare. Ecco, nell’istante in cui fai il primo passo è proprio quello il momento perfetto! Come nel film “io non scelgo la soffocante anestesia dei sobborghi ma le violente scosse della capitale”

D. Dalle aspettative ai sogni il passo è lo stesso, più breve oppure credi che sogni ed aspettative seguano ritmi diversi?
R. Cosa sono i sogni? desideri, paure, stimoli, fantasie? Mai pensare di averli realizzati. Non amo sognare, sono molto cocnreta e non faccio mai programmi, prendo la vita come mi capita. Ritengo che ogni giorno qualcosa accada casualmente e inevitabilmente ci porti verso una direzione nuova e non prevedibile. E’ questo che mi piace, non sono una romantica che da piccola sognava di diventare qualcosa o qualcuno in particolare. Ho vissuto una bella vita piena di stimoli, amici all’interno di una famiglia “open” dove si intrecciano zii, figli, nipoti, ex… quasi difficile da raccontare! Adesso ho un marito fantastico e una figlia “geniale” direi che potrei anche fermarmi qui.

Daniele: Si, direi di si, hai raggiunto la BLOG/META ??? Complimenti e grazie
Yvonne: Grazie a te, è stato bello, meglio di una seduta dallo psichiatra!!!!!!!

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